Tv » Lucky Ladies: a Napoli le chiamiamo “perete”
Questo sito d0vrebbe parlare di “web, food e tv” ma siccome nel web ci sto troppo per lavoro, finisco con il parlarne poco per piacere; e da quando ho avuto un nanerottolo tre anni e mezzo fa, il #food ha preso il sopravvento sulla tv.
Ma ogni tanto un invito, una coppia di amici (thanks to Rosa e Pasquale) e una trasmissione intrigante ti riportano alla #tv e alla sana critica.
Parlo della “lucky ladies” che sono andate in onda mercoledì scorso, 3 giugno, su Fox Life per la prima puntata di una serie su “Sei amiche dell’alta borghesia vivono la vita mondana di una delle città più belle del mondo: Napoli”.
Le lucky ladies sono signore belle, ricche e socialmente inserite in una Napoli che io conosco e annuso molto bene ma che, a quanto pare, è sconosciuta come una riserva indiana ai non residenti. Quelle signore i napoletani le chiamerebbero con sprezzo e ironia “perete” che è un modo appena volgare, ma azzeccato di indicare signore fortunate, che hanno messo a frutto i loro capitali (la bellezza, i soldi, le conoscenze) e non lo nascondono.
Queste signore non sono un’invenzione di Sky e Fremantlemedia. Queste signore esistono: frequentano pochi quartieri tra Chiaia e Posillipo, pochi ristoranti (nella prima puntata abbiamo visto Terrazza Calabritto), molte ville e case, alcune boutique e le isole (Ischia tutto l’anno e Capri d’estate). Le signore sono certamente snob, ma senza quella punta di eleganza antipatica che rende irraggiungibili le milanesi e saccenti le romane parioline.
Le napoletane le chiamiamo “perete” perchè qua nessuno prende sul serio sé stesso: i fortunati si compiacciono della vita tra party, case d’asta, vernissage e piscine ma riescono a conservare una punta di autoironia recondita che fa pensare che come si trovano le grandi fortune, così possono pure perdersi, come recita in un celebre proverbio una delle protagoniste.
Una serie inedita per l’Italia, un format collaudato in altri paesi, che strizza l’occhio a “Sex & the city” molto più che a “Desperate Housewives” e che svela una Napoli ricca e arroccata, lontana dal cafonal esibito a Roma, o ai giri milanesi, ma assolutamente autentica.
Una serie che può far discutere, ma che sicuramente divertirà, destinata ad essere un fenomeno di costume, oltre che un caso tv per il quale, ci scommetto, ci saranno le imitazioni di Made in Sud, di Quelli che il Calcio, oltre che le infinite chiacchiere nei bar di Piazza dei Martiri, tra altre “perete” un pò invidiose e un pò ammirate.