Food » San Giorgio a Cremano: da Troisi alla buona tavola
Parlo troppo poco del posto in cui vivo, dove mio padre era nato, dove mangio molto spesso. San Giorgio a Cremano: Vesuvio, Villa Vannucchi, Villa Bruno, le piazze Troisi e Municipio, il profumo dei fior di arancio, i pini, il pomodoro, la pizza.
Due eventi hanno animato la mia cittadina, ultimamente: il Tg Itinerante e il compleanno di Troisi, con l’iniziativa Massimo nel cuore, a cura dell’associazione “a casa di Massimo“.
San Giorgio ha mostrato tutte le sue eccellenze gastronomiche: dalla pizza dei fratelli Salvo, alla torta panna e fragoline e ai babà del maestro Sabatino Sirica, dalla zuppa di fagioli del Tallioo, il pub-taverna dove sono cresciuta, per finire con i pomodorini del piennolo di Giolì. Perchè qui abbiamo gli orti vesuviani: ottima frutta,
ottimi pomodori. Ma soprattutto, abbiamo la voglia di metterci in gioco e di impegnarci duramente, ma con leggerezza. Ecco, questo è l’aspetto più bello di questo paese, quello che più mi appartiene: quello di un paese che si prende poco sul serio, che sa ridere di sé, che però sa lavorare seriamente.
Metti il caso dei fratelloni Salvo, studiati anche come esempio economico, e non solo enogastronomico.
Metti il maestro Sirica, che affronta gli anni con leggerezza e sorride quando fa le torte, con la bellezza di un artigiano felice.
Le sue torte non sono solo per il calcio Napoli, ma per le tante iniziative cittadine, come quella
per Massimo, che è morto ormai da un pò, ma è come se fosse ancora qua, perchè vive in questo nostro atteggiamento ironico, sfottente, amante della musica, e delle cose belle, ma pacate, discrete, sussurrate.
Com’è stato bello lo spettacolo organizzato a Villa Bruno in cui tanti giovani artisti si sono esibiti, a dimostrazione che l’arte scorre nel nostro sangue vesuviano, rosso come i pomodorini del piennolo di Giolì.
Il legame tra Troisi, i suoi film, le sue opere e la buona cucina è stato anche oggetto di una delle ultime puntate di Masterchef, dove si è parlato della sua poetica, abbinandola ad un piatto particolare, che è risultato vincente.
E così mi sono accorta che parlo poco di tutto questo, ma ne sono invece assai orgogliosa. Così tanto, che vorrei fortemente comunicare la mia passione per le cose belle e per quelle buone: per il cibo fatto col cuore, e che nutre l’anima.