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Immagine tratta dal web

Le cose da fare si accumulano, mi sovrastano e diventano una pila insormontabile.

C’è da chiamare il falegname, fare il controllo dal dottore, aspettare il ctu, andare dall’avv

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ocato, andare ad Ikea a comprare un pò di cose nuove, mettere a posto il nuovo armadio (e dentro le 300 borse che ho collezionato negli anni), comprare qualche buon libro nuovo, sistemare le fotografie (magari creando uno di quei libri digitali che fanno così fighetto), aggiornare la grafica del blog, preparsi all’esame di montaggio, fare il cambio di stagione, telefonare a un pò di persone che ho perso di vista, organizzare una cena di rientro dalle vacanze, salutare Arianna…

Ci sono poi anche le cose che mi va di iniziare e persino di programmare:

cucinare finalmente il Danubio, vedere tutta la serie de “I kennedy” (e parlarne anche un pò), fare la pasta all’uovo, andare per negozi a lanciarmi in acquisti inediti, vedere un paio di film molto attesi (da Super8 a Terraferma, da Immaturi 2 dalle Amiche della sposa a Hobbit), osservare come si evolverà la programmazione de La7, andare a teatro a vedere il musical di “Happy days” e lo spettacolo di Proietti, organizzare un’altra cena tematica (dopo quella venezuelana potrei provare con la centro-europea), camminare sulla spiaggia d’inverno, scattare delle fotografie di qualità migliore (e applicarsi per farlo), partecipare ai contest stimolanti, guardare in tv “il giovane Montalbano” e “Tutti pazzi per amore 3″, fare lunghe passeggiate dimagranti e poi…

provare ad essere più ironica, a prendermi meno sul serio, a cantare di più, ricominciare a scrivere cose divertenti (partendo dagli status di fb (mio fratello tempo fa mi disse che in assoluto ero quella cogli status più tristi tra i suoi contattiio che ero apprezzata per la mia scrittura comica…come mi sò ridotta?), provare a inventarmi una nuova attività (in barba a quelli che dicevano che il mio profilo non era organico) e consentire a quel racconto di girare un pò e partire, insieme ai miei sogni, dal secondo cassetto bianco della scrivania al mondo, verso posti nuovi, persone sconosciute e orizzonti lontani.

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